Amar India

La leggenda narra che Brahma, dopo aver concesso i primi quattro Veda, è invitato dagli dei i quali parlano così: “Noi vogliamo una specie di divertimento che si possa così ascoltare come vedere. Poichè quelli che sono nati sudra non possono udire i Veda, desideriamo un quinto Veda che sia accessibile a tutte le caste.” Il quinto Veda è il meno aristocratico, ma anche il più composito e il più ricco, infatti per crearlo Brahma prende la recitazione dal Rgveda, il canto dal Samveda, la mimica dallo Yajurveda e il sentimento dall’Atharveda. Come dimostra il mito della sua nascita, la danza indiana si sviluppa nel teatro e con il teatro, per questo rapporto le due arti si arricchiscono vicendevolmente. Amar India è uno spettacolo suggestivo, emozionante e ammaliante, dove lo spettatore seduto alla stazione del treno assiste alla magia delle immagini che prendono vita davanti a lui. Ganesha il Dio dalla testa di elefante appare raccontando la propria nascita e danza la vita in un inno a lui dedicato. La vestizione e il trucco sono una parte importante per la danzatrice in India, attraverso i quali riesce a trasportare il pubblico in mondi sottili e colorati, il viaggio inizia nel momento in cui l’artista pronta per la scena posa le ginocchia a terra ammirando la divinità ed offrendole fiori, fuoco ed incenso. La magia del fuoco si rinnova ogni volta che si accende la fiamma e richiama Shiva nella sua magnifica forma di danzatore cosmico. L’incenso inebria i sensi di chi guarda i fiori scendere dolcemente sull’immagine di Vishnu disteso sul serpente dalle sette teste. La danzatrice indossa in scena il suo strumento i gungroo, una fila di sonagli che ad ogni passo la accompagnano ritmicamente, in questo turbine di ritmo e piroette la poesia si trasforma in bellezza dipinta dalle intricate geometrie ritmiche.